domenica 13 febbraio 2022

*

 Ma cosa te ne fai d’una poesia,

se il mondo va avanti da sé?

Se tutti mostrano il cuore

solo per farsi ammirare,

se tutto va avanti senza rumore,

senza capire il tuo stato d’umore...

anche i facoltosi dell’amore

non conoscono i tuoi sentimenti,

ma cosa te ne fai d’una poesia

tra i barbari illusori? Buoni

samaritani che spendono parole

solamente per una pubblicità

del loro sacro splendore...

cosa te ne fai d’una poesia

e della sua delicatezza?

D’una semplice carezza?

Se tutto è un simbolico gesto

dettato da un io grandioso,

in combutta col nemico

e che si perde in oceani

di dimenticanza...

 

Schifosi, austeri... Dei

della gratificazione,

parlate d’amore

ma siete lontani

anni luce...

siete a sbavare

sul proprio essere

anche se non vale

un millesimo

del vostro credere...

intensificate

piccole sagre

culturali

e nuove speranze

filosofiche,

sapendo che

sono stantie

come la vostra voglia

di dominare il mondo,

come un modulo

da compilare

per dare accesso

ad un nuovo sogno.

Liberate lo spazio

dei vostri pensieri,

lontano dal commerciale

creare, per avere o essere

e gridate finalmente

quel poco che siete

e che siamo... senza cadere

nell'individuale amore di sé stessi

che giunti fino a qui,

negli inferi, per forza

dobbiamo esser speciali,

i nostri pensieri i più giusti

e leali... in barba

ai milioni di esseri nel mondo

che vogliono prendere posto,

forse aver torto, ma dare

un abbraccio... prima di pensare

a cosa farne d’una poesia.

venerdì 7 gennaio 2022

ULTIMO STADIO

Vorrei vedere ancora sole,

non ho fatto nulla di male!

Adesso, vecchio tornato bambino,

sono ancora più indifeso

e figura compassionevole;

qualsiasi cosa abbia fatto, vorrei

vedere ancora un po’ di cielo,

nei tremori deboli del tempo

riuscire ad alzare lo sguardo.

Anche a non esser santo

vorrei vedere ancora il monte,

questa condanna a morte

che pende

dalla venuta al mondo,

è un salice piangente

che non vede più

foreste.

Qualcuno, ad aver ascoltato

il serpente, ha esiliato

anche me, schiaffato

in un parco giochi

divertente,

dove si ride e si piange

e si è condannati

in una cella isolata

dal corpo e dalla mente.

 

Vorrei vedere ancora le stelle,

incrociare ancora gli sguardi,

esser il solito brontolone

che non va mai bene niente.

Vorrei salire sui soliti irti

sentimenti, gestiti male,

criticati dai professionisti

sempre sul filo del normale

che mai sbagliare o eccedere;

regalare emozioni sorpassate

ma in quel momento

sacrosante e pirotecniche!

Vorrei all’infinito essere

visto che il non essere

mi ha fregato, ed indietro

non posso tornare.

 

Vorrei scendere dalla giostra

senza esser rassegnato

o colto di sorpresa,

fare un altro giro

è impossibile,

faticoso

ripartire da capo.

Vorrei essere impassibile

di fronte a questa regola

e dare importanza

ad ogni ordine;

nel disordine d’ogni credo

chiudere la bocca, andare avanti,

senza cedersi rassegnati

a qualsiasi dogma.

 

Vorrei tornare a ricordare

ogni minuto passato,

sprecato, allucinato,

non più mio ma di altri

dopo l’ennesimo passo

dell’uomo cambiato.

Vorrei essere io

od un io migliore,

ma sempre qualcosa

che arriva a fare

per dimenticare,

non aspettare il traguardo

per esser ricordato.

Vorrei vedere ancora il tramonto,

senza avere quel groppo in gola,

un nuovo sguardo al giorno

che finisce esausto

e dolcemente riposa

mentre ne arriva

un altro.

 

Vorrei, vorrei, ma poi cosa vuoi?

è eternamente sbagliata

la vita degli umani,

sempre a desiderare

o cercare spiegazioni.

Tutta la superiorità

con le altre specie

non serve a nulla,

se non a rivangare

e passare il tempo

a trovare un senso

dove non ce n'è

bisogno.

Un senso non c’è

e se è così ben

nascosto,

non vi è necessario

calcare la mano

per trovarlo.

 

Intanto,

mi godo ancora questo sole

come fa, giustamente, ogni animale.

Riparto di scatto, che il corpo

ancora è sotto controllo.

 

Anche tutto ciò, questo

che ho scritto intendo,

ha poco senso.

Inizio a correre contro

ogni destino, cogliendo

la fine delle ere

e senza trovare

la fine ed il filo

di questo

eterno e travagliato

girovagare.

ODE DEL PIÙ E DEL MENO

In un mondo

discordante,

cerco la nota

migliore

per "chiedere"

in bellezza.

Chiedere

confort

all'umanità:

Tu, sia per gli altri

fonte d'ispirazione

o disprezzo,

non importa,

non ti sentire minacciato

dalle notizie o dalle astuzie,

almeno con me.

 

Io voglio campare

e cantare, guardare

il sole, da solo,

con altro occhio

e altro cuore;

spengere

l'incendio

dei sentimenti

con altrettanto

calore,

non avere

come ideale

nient'altro che

passare nel mondo

con rispettoso animo

silente, nella mia

personalissima

parabola discendente...

saper ridere, non degli altri,

bensì con gli altri,

parlare del più o del meno

senza preoccuparmi

dei salotti o d'un ruolo

serio o scemo,

d'un cliché

nato dalla voglia

d'un originale

stil-novo.

 

Noi siamo qui per dimenticare;

ciò che non sopportiamo

lo rimandiamo,

ciò che ci ricorda

lo disprezziamo

con meschinità,

con tono

di sufficiente

maschilità...

ciò che è detto

è sport,

ciò che è contraddetto

è hobby...

continuiamo ad esser

gli specialisti

d'ogni argomento.

La propria verità,

un calzante

ed innalzato

credo,

un odio ancestrale

per ogni punto di vista

discordante, per infine poi

dimenticare.

 

Essi non vestivano

stereotipi,

ascoltavano la musica

celeste dei mari

e dei cieli,

innamorati della luna

e di cose così;

dei piccoli dettagli

d'una strada,

d'un gatto che la

attraversava,

giganti storie

mai successe

tra alberi

e prati,

libri letti

da un lampione

di notte

solitario;

senza importanza

per quello che si fa,

senza dirlo orgoglioso

al postino delle stelle.

 

Voi che brancolate nel buio

lo sapete bene,

voi che avete afferrato

la vita, come sapone,

come sapore,

lo sapete

bene.

 

Si sa bene

parlar bene

alle feste

di potere,

parlare meno

del proprio

fare.

Oggi disconosco

la parola, sia parlata

che scritta, cedo

ogni sussulto

dell'ego;

voglio far parte

d'un quadro

naturalista,

un piccolo puntino

dimenticato nella steppa,

poiché non voglio dimenticar

il mio vero ruolo,

la mia vera natura selvaggia.

Più o meno, ad ora,

è così.

*

 Voglio imprigionare Dio nel mondo

e vedere se fa meglio, meglio

di qualsiasi altro:

meglio di chi si è perso,

di chi è triste, di chi non ragiona

con la sua testa, di chi si sente

una massa e una statistica,

di chi rutta e mastica,

di chi impreca alla finestra.

 

Voglio imprigionare Dio

e giudicarlo dall’alto:

guardare ogni sua mossa

ed essere giudice del suo

paradiso, veder perdere

gli affetti più cari, dargli

un futuro poco chiaro

in mezzo a giorni precisi

e ripetitivi; voglio dargli

questa sfida e voglio che

ne sia grato, per questo.

E che non mi chiami "porco!"

(solitario in una stanza buia...

come alle volte faccio io).

 

Voglio imprigionare Dio

quaggiù e dargli il peso

degli anni, la dolcezza

di un vecchio che ricorda

i suoi tempi;

i dolori, gli acciacchi,

l’incomprensione, le paure

e le azioni vigliacche.

 

Poi... una volta finita la prova

dargli un caloroso abbraccio

e dirgli:

<< Qualsiasi cosa tu abbia fatto

sei mio figlio, l’inferno in cui

sei stato è solo un miraggio! >>.

martedì 7 aprile 2020

LA CHIMICA DEGLI ELEMENTI



Luci che si spengono, luci che si accendono, luci che si spengono, luci che si accendono, luci che si spengono, luci che si accendono… musica, musica, musica… e lei balla, io ballo, le ballo sempre più vicino, ci abbracciamo.
Esco fuori a fumare una sigaretta. Esce pure lei e mi raggiunge. Si presenta, mi presento. Mi inizia a parlare di sé:
<< suono uno strumento musicale il basso, ho la cresta, sono anarchica. Perché i giovani che suonano con la cresta sono anarchici!. Ci sono un sacco di posti, tipo centri sociali, dove esprimiamo le nostre idee di libertà, noi dentro e i fascisti fuori a mantenere l’ordine. Io ho studiato e sono laureata, la sera esco e mi diverto. Ora c’ ho una botta incredibile………. Bla bla bla >>
La bacio, ci baciamo per qualche secondo poi si stacca << ho una semispecie di fidanzato, è laggiù ci sta guardando >>. Mi giro, lo saluto con la mano.
Io sono ubriaco, scrivo poesie anarchiche.
Mi dice che lei non appartiene a nessuno, però forse quella semi-specie di fidanzato si arrabbierà un po’, ma non ora perché è “fatto” ed anche i suoi amici sono “fatti”.
Io sono ubriaco fradicio.
Mi dice di lasciarle il numero. Ce lo scambiamo. Poi mi raccomanda: <chiamiamoci!>.
Adesso, loro, vanno in un locale incredibile dove suonano musica, molto ribelle e underground.
<< Siamo a piedi. >>
<< Vi ci porto io. >>
Alla macchina sono uno-due-tre-quattro-cinque più io.
<< Entrate tutti dai stringetevi. >>
Si parte. Lei mi chiede scusa per i suoi amici. Non parlano sono taciturni perché sono “fatti”.
Io sono ubriaco.
Ma i “fatti” mi fanno subito notare che sto bucando i semafori rossi. Uno dietro, un elemento con sciarpetta universitaria “fatto”, mi dice: << attento-fermati-è-rosso! >>. Per fortuna mi fanno notare queste cose perché io sono ubriaco fradicio.
“Sweet home alabama... tatataratatatara…” suona la musica nella vecchia-scassata automobile con cinque “fatti”… e uno ubriaco…
Attraversata la città, col silenzio dei “fatti” e la parabola degli avvinazzati, si arriva al punto ics… locale gestito da uno forte, uno ganzo… o come dicono adesso i giovani (che-cazzo-ne-so) un tipo giusto, un tipo ok… boh!
M’invitano ad entrare ma declino. Sono ubriaco ma non cerco scuse: << ciao a tutti carissimi, me ne torno a casa, come farò senza di voi?! Nessuno mi avviserà del colore del semaforo! Vabbè dai, divertitevi, w l’anarchia, ciao >>
“This is the end, my only friend the end... nanananananaaaa...” la musica è cambiata.
Torno a casa, non la chiamerò di certo.
Io sono uno scrittore anarchico... io son già meno ubriaco.
Chissà se a loro è passata la “botta” minchia ooooh… anarchia, mah si, non so cosa voglia dire di preciso, mah si, rinchiudiamoci in dei titoli:
- Sir. F. gran scrittor anarchico malandrin sciarpa avventurier -.
t-h-i-s i-s t-h-e eeeeeennnnddddd!.


L'antico borgo digitale



Tik tok, c'è nessuno?
Tra balletti scemi, amici virtuali..
comunico a tastoni..
.
immagini sorridenti,
qualità, filtri
e dopo un flash
si torna arrabbiati
e penitenti..
non ho tempo di farmi un'opinione,
allora appalto i miei pensieri
ai personaggi più seguiti,
stato di polizia permanente,
giudicante, la gioventù
è più beghina
di un clericante..
.
sfido alla vanità,
metto in mostra
una mostruosità di nulla,
siamo protagonisti
di una novella 2000,
un rotocalco vivente
avvilente.. e siamo noi
che siamo ancor meno interessanti
delle persone "cosiddette" importanti..
.
la luce blu del monitor, il volto pallido,
i diti affannosi a mandar via opinioni,
verità scomode, trattati scientifici,
inopinabili verità..
senza alcun titolo ne umanità..
.
e poi
il gioco delle divisioni,
su tutto tranne che su
fattori importanti..
un bel popolo diviso
è un popolo che non potrà
far altro che raccomandarsi
ai suoi santi..
.
guardo le scie chimiche di balle,
al grande accesso e successo
della disinformazione,
sono furibondo perché
trovo volatili e volubili certezze..
l'immondo rumore e stress
hanno straziato e logorato
il silenzio e la poesia..
.
un tardo medioevo è arrivato
così presto, così svogliato..
ha messo a tutti il cappello dell'attore,
una dimostrazione continua di valore,
un saltarsi sulle spalle e scavalcarsi
perché sembra questo lo scopo ultimo..
godere di altro è impossibile,
l'uomo è passivo
passibile di vergogna,
recitante parte di carogna,
forte, autorevole per forza,
assolutamente scoraggiato
a riflettere (appoggiato ad un albero),
a muovere il corpo (dondolante),
a provare compassione
e cose astruse dall'altro mondo..
.
mentre chi critica
si lascia alle spalle l'umanità
e non serve molto
se non per affilare il suo io
e la sua vanità..
.
chi racconta verità
è il nuovo eroe biondissimo,
dall'alto della cultura
spiega ai culturisti
quanto è migliore di tutti,
per non annoiare troppo
fa qualche battuta di gran colpo,
assolutamente non-politicamente-
corretta,
e strizza l'occhio ai suoi seguaci...
.
ogni tipologia d'uomo
si racchiude in un guscio
(riconoscibile)
di persone che viaggiano
sulla propria linea..
e tutti questi mezzi segmenti
formano tutti insieme
la tribù più varia che si sia mai vista..
oddio.. sarebbe anche un bene..
peccato che le categorie
siano molto settarie
e i dialoghi all'esterno
siano molto poco
amichevoli..
.
troviamo ancora
mille modi per dividerci
e dopo il diritto di voto
siamo così pudici
da avere la gioia del diritto
ad insultarci..
.
e poi
a ripetere infinite e vuote preghiere
tristi e sconsolate,
in luoghi freddi e bui..
a ripetere azioni indubbie,
a vivere per il mercato,
per il dio delle banche
e del prodotto interno..
girando come la terra
su se stessi, nei giorni
senza rallentare,
per non perdere l'occasione
di sopravvivere in altre maniere..
a non imparare nulla dalle letture,
a tenersi sempre stretti la sciarpa al collo
e non scoprirsi per nessuno,
a non vedere niente di quello
che è il viaggio,
a non sentir più niente,
a rinchiudersi dentro
la propria megalomania,
a correre dietro rivoluzioni fittizie,
a sentirsi vivi negli angoli della legge..
.
e poi
un bel Cristo di silenzio,
un bel Cristo di primavera,
di cani che abbaiano al vento,
alberi secolari guardinghi,
prati profumati,
piccoli insetti animati
immersi in loro mondi..
ed il cielo che si fa scuro,
il sole fa posto alla luna,
i vecchi giorni che son passati dai soliti posti
e sembrano toccarti..
la frenesia che ti porta via, lontano
non ha anima, è assassina dei giorni,
porta via gli affetti.. mentre i gatti
non sono distratti dalla borsa,
il topo non ruba in appartamento,
una colomba fa pasqua..
.
e poi
riparte come sempre la corsa
ad una vacanza, ad una speranza..
lasciamo in sospeso a Settembre,
guardiamo a chi non è dei nostri
come tifoso della squadra avversa..
l'opinione di quelli più bravi
non sembra tanto differente
da quella dei cattivi,
è un'ipocrisia identica
ma con la ragione
inversa
dettata sempre
da un'annacquata
etica..
.
è tempo.. è arrivato il tempo,
di fare orge virtuali, saluti,
auguri.. senza sorrisi
passando a meno che
tu non sia schermo..
e nello scherno sollazzo,
vanesio beffardo..
ritroverò l'antico calore
di sorridere e pasteggiare?
passeggiare all'aria aperta
senza aver paura
d'una costruzione troppo diretta?
.
Archimede fotoritocco allegorico..
carriera magica.. soldi, lusso,
cartina geografica.. rabbia
imprecisata, nessuna risata..
auto rombante, fusto trombante,
vestito sgargiante, parola fetente..
nei giorni di giovinezza, poi..
cosa resta? - Un tributo alle tasse,
allo sviluppo del proprio paese,
un pizzico di burocrazia,
lo stipendio a fine mese..
poi.. musica indefinita
assolutamente non
indelebile,
generazione di passaggio-
cross-tiro in porta e
goal no-goal..
.
poi
sono qui a dire cose..
sono una lumaca,
amo l'amaca..
penso uguale
pari - pari
al mio tempo,
non me ne vergogno,
cado sempre in contraddizioni
premo il clacson, ho furia,
non penso.. impossibile
essere coerenti (d'un lato)
col proprio ideale,
come con se stessi
e dire ho sbagliato..
.
bramo, bramo, sì bramo..
bramo una lenta riunione
a cuori aperti, a cellulari
spenti.. tornare a creare
per se stessi.. e un'industria
che non voglia la tua anima
invano..

Banana Spread


Orde di pietà
ego-solidali,
finti cuori
solitari;
Strilli virili
virali in linea
col pensiero
violento virale
da clinica...
sono grande
filantropo
affilando
il buonsenso...
la verità:
non frega nulla
a nessuno;
a livello pratico
praticamente
è un balletto
su chi è il più
bello...
a livello teorico
è un tango,
"tango famiglia"...
mentre il corvo
estremo dall'altra
sala da ballo
risponde:
<fascio-e-sfascio>.
.
A mano alzata o pugno chiuso
nel ritmo incalzante
della musica tambureggiante
del tempo che si fa attuale,
resistono poco i sentimenti
perchè sono presi a noleggio
per confermare il proprio
ideale... idea, partito...
schiEramento;
schiAramento anale,
dittatura, libri da leggere,
carne da non mangiare,
da non sbarcare, divisi,
divise, alzare la voce,
alzare muri, alzare la croce...
ricchi e poveri, la biondina dei,
classe media inesistente,
non pervenuta, Vento a Canosa,
pubblicità dei media,
mai prendere una mezza/pinta,
influencer dai spinta alla moda
nel baratro del salario insipido;
rap, rapa in banca, banca in sold out,
sono ricco e violento, spacco il mondo,
il mondo non è tondo, fumo maria, prego Maria,
bacio Maria, rivoglio i Marò!...
.
Sono nel mondo dell'immagine
e non immagino, leggo grandi pensatori
non sapendo pensare, milioni d'informazioni
mi hanno reso disinformato a palate
ma a palestra mi voglio segnare,
nel nome del padre e del figlio,
lo spirito è santo insieme alla tonica;
la camicia, la sciarpa, il cappello,
commento ironico, commento sarcastico,
commento, omofobo, commento insensibile...
siamo distanti, arrabbiati, stanchi, sempre distinti,
distintivo, disinvolto, avvolto, storto
e non ci troviamo d'accordo...
i potenti sono d'accordo...
diplomatico, diploma, laurea,
aureola... sole, sale, soli...
indietro, un po'di silenzio,
sorridi, tutto questo è vento...
.
Maestrale, maestra, maestà,
picchio il bimbo, picchio sua mammà,
e odia i gay, odia chi odia i gay,
odia chi odia, oddio son tutti
ad odiare, fondamentale non
far vedere che hai paura;
fondamentalisti dell'Itis,
il cartellino è grande,
obliteremos, convinzioni,
vinci una bambolina,
gonfiabili, gonfiabile,
gonfialo, cazzotti,
cazzoni...
.
Siamo un popolo di deficit,
carenza matematica nel
due più due, che fa
quatto quatto;
calo lo spread
devo pippare...
la storia che ha commosso
il web, il povero ragazzo
diventato milionario...
ci sono le elezioni
e allora mi faccio vedere,
mi faccio vedere da uno bravo,
bravi, applausi, c'è l'erezione,
io voglio fare del bene, del pene,
toglimi la pena, toglietemi la penna...
.
Emigro, tu non sopporti i negri,
io lecco i vetri ai semafori,
foro, cambio la gomma, io voglio
la tua donna... il terrore
che prima era dei terroni,
dopo, è prima gli italiani;
mentre raccolgo arance al caldo
il freddo mio cuore ti accoglie
ed esco il cane che è mio amico
ed il gatto che è dio,
un po' come vi sentite voi...
.
Ho vinto un premio alla memoria
poichè, io, ho resistenza;
l'impertinenza tira fuori
tutti i morti, mentre i morti
di vita stanno a fare gli estremi,
estremi rivoluzionari, per accattare
un po' di figa, un punto di fuga,
un Like, una scarpa Nike...
ho bevuto da Starbucks
la balla dell'anarchico insurrezionale
con le sue Clark antisommossa
ed il capello all'aria;
come un aria di quattro stagioni,
di una pizza in compagnia,
di una pizza da soli, che pizza,
di Vivaldi, degli scaldavivande
Euronics...
.
Esce lo smartphone, esce il cane
abbandonato, Abbondio, don,
don lurido bastardo; c'è un App,
applicati un po' di più,
apple pie è dolce fumante
senza cristalli liquidi...
faccio la fila, fila e fondi,
compro il prodotto, mi fa pro,
mi fa dotto; scontrino, coltellino,
dolorino, fattura elettronica
della strega di stato;
porta male, pagare...
.
Se vuoi mi puoi pure bannare,
stalkerare, e tutti i contrari;
contrariati, contradaioli
dal nazi-onalismo pensare,
ma rispetto sì per il pompiere;
Pound è poeta e De Andrè cantautore
abbiamo politici su cui sbavare;
il carabiniere non mi deve beccare
a sfumacchiare e comprare, marocchino,
lì ci puoi trovare tutto il più bel
pensare, de tacco e de punta,
le manifestazioni, domani,
in strade diverse, di versi,
urla e libertà; mi rubano
in appartamento, sgomento,
tiriamo a campà...
.
Voglio ordine e pulizia,
mi ubriaco e vomito...
voglio giustizia
falsa e nella mischia...
mi arrendo, rendo il corpo,
la mente che mente, il gioco
del porco, l'oca; sei malato,
corri in corridoio, paga
il primario, prima era Mario
a prendere il fungo, adesso
il copriletto che prende
la muffa; la spondina
piegata, sei di un'altra
spondina... ancora ideali,
ancora saggi, poco saggi,
di uomini saggi, che dicono
cose sagge e uomini che
si mettono l'uno contro
l'altro, ics, due,
la schedina è morta
encefalogramma piatto;
schermo piatto,
piatto di spaghetti,
birretta, nazionale,
Peroni fredda, forza
Italia al nove
per cento; cento anni
di solitudine,
divorati dalla storia,
dalle storielle,
dalle fazioni,
dai faziosi
casinisti...
.
Facciamoci una tisana,
di timo, di limo;
ma temo, temo te,
temo che ricominceremo
a litigare, per cosa,
per l'umanità,
per qualsiasi cosa;
casa chiusa, carnivori vs
vegetariani, terrapiattisti vs
terra non so, sentimentalisti vs
etc, etc... e poi perchè non un caffè?
Le tisane non son per i duri, e lo zucchero?
Fruttosio no, zuccheri bianchi e puri,
per il grezzo c'è un movimento
che critica la sua inefficacia;
caciara, cacio e pepe e forza
Roma, Romolo a remo arriva,
anche San Remo arriva,
ed il natale non so,
quando arriva,
arriva...
.
Ho bisogno di fare i bisogni,
bisogna avere uno scopo nella vita,
ma non scopo la tua verginità
d'essere, il tuo spazio
vitale, il tuo ossigeno,
la tua comoda alcova,
il tuo Commodore 64,
il tuo sessantotto
comodo o meno;
non m'importa,
non impongo
una tassa
sulla poesia,
ne mia, ne tua...
per quale ragione
posso osare un commento
crudele, un crudo sapere,
senza sapere, oppure no,
è uguale...
non importa superare,
prevaricare, ostacolare
quando sei a poesia
sussurrare; il firmamento
che entra negli occhi,
il profumo selvaggio
della natura odorare;
non importa nulla
di quello che come
meteorite piove...
sento le emozioni,
lontane dal chiacchierare
e dalla marcia inesorabile,
insana e marcia,
nella produzione
di un ruolo...
.
Battersi per i propri diritti,
storti, battendo i tasti, battendo
tasti dolenti, inerenti all'attualità;
battendo il tempo che scorre
con una preziosa inutilità,
senza esser ascoltati veramente,
senza veramente averne facoltà...
tuttologi di tutto il mondo
disunitevi su qualsiasi tema;
uno spettro si aggira per l'Europa,
è lo spettro del qualunquismo...
ho la verità in tasca, non disdegno
di metterlo contemporaneamente
in tasca al mio prossimo;
in un futuro prossimo,
prossimo sposo, esco
dal gruppo, divento
macchina, ibrida,
ibrido soggiorno;
la quotidianità
di ogni giorno,
per spedirmi al creatore
già morto, senza ricorso,
senza rincorsa, senz'anima,
con postura prona, un bel posto;
ogni tanto un post socialmente
buono, peccato, era una brava
persona...
.
Io non disdegno la musica,
ma anche leggere e perchè no
il calcio... non tengo una corrente,
prendo la corrente come viene;
Trap per me è un allenatore
e non mi vergogno di legger
un manuale sui miei amati gatti...
non inorridite intellettuali,
non sogghignate tifosi,
non guardatemi con quell'aria o voi
musici di metallo o rock selvaggio;
saltello in ogni ingranaggio
con la faciloneria di un matto
e rido perchè non mi importa
un cazzo, non ho logica,
non son pedone di uno scacco;
abbraccio, romanzo, arte
senza che vi sia performance
da biglietto, senza pennello,
a boriosi incapaci
in tristi musei...
sei tu quello che non sei,
io non lo so, viaggio, anzi
resto, la povertà è in ogni
angolo, non solo a Calcutta
o Frosinone, la tachipirina;
la gioia divina del santo
che spogliandosi di tutti
i vizi, ne ha acquisito
uno peggiore: credersi dio...
.
Avevo un progetto
ma scivolo sulla banana,
precario che la casa
non compra; faccio un sit-in
dopo essermi rigirato il baffo
dal barbiere... se non va apro
una start-up e vado ad abitare
in un complesso di ville a schiere,
sulle schiene, è complesso, muratore,
moneta unica, unica via
là in fondo alla collina;
scivolo sulla banana
dei pensieri...
reggo l'alcol perchè
mi vuole bene, scivolo
sulla banana delle emozioni;
la protesta delle diciassette
è stata rimandata poichè, sembra,
che quell'ora non sia triste
ma sia happy-hour...
il lavoro è duro
non come i duri
che lavorano
duramente,
orgoglio
e prepuzio...
arroganza in saldo,
saldo un pezzo,
l'altro saldo sul divano...
nessuno fa sconti...
.
Scivolo via...
in questo caos di persone
che blaterano, si spintonano
e vomitano... per restare
solamente aggrappati
all'albero della
propria vita...
.
Scivolo...
cado continuamente
nel gorgo,
tra poesia e realtà...